giovedì 7 gennaio 2016

Tema #1 - Io allo specchio: come sono e come vorrei essere.

Tema #1.
Io allo specchio: come sono e come vorrei essere.



Quanti di voi a scuola hanno barato nei contenuti dei temi d'italiano?
Io lo facevo spesso.
Se si trattava di affrontare un argomento specifico, come la storia, la letteratura, ecc.; non era possibile bluffare (ok, mi è capitato anche di scrivere colonne di frasi nonsense, pur di allungare il brodo). Nei temi liberi invece mi inventavo cose, per renderli più interessanti.
Non avevo una vita propriamente avventurosa e i miei fatti personali non erano abbastanza "cool" da essere sviscerati.
Ho cercato alcuni di quei titoli con l’intento di provare ad affrontare adesso certi temi, scoprendo che potrei barare anche oggi.
Quindi voglio iniziare con un inno alla sincerità.

Svolgimento.

Io allo specchio ho la stessa reazione che può avere un adolescente, ma con la consapevolezza di avere ragione: non mi piaccio.
Sono grassoccio. Non lo sono sempre stato.
Il mio “periodo magro” dura pressappoco quanto la vita media di una falena... però malata.
Da settembre 2015 sono a dieta, ma non uso la bilancia per controllare il peso: uso la cintura. Fino ad oggi ho dovuto aggiungere 6 fori (uno è andato per queste feste).
Il vero problema è che sono, come dire, “grasso dentro”.
Quando dimagrisco e comincio a vedere che gli abiti sono troppo larghi, che posso sedermi senza appoggiarmi indietro per far posto alla pancia (adesso posso perfino accavallare le gambe senza essere dilaniato dai crampi), allora cambia qualcosa anche nel mio cervello e divento estroverso, le spalle si allargano e la camminata diventa meno fantozziana.
Talvolta devo controllarmi per non sembrare Tony Manero che va in discoteca al sabato sera.
Questo mi porta a pensare che lo specchio per me è semplicemente “il resto del mondo”.
Perché sono arrivato a mangiare, a volte, come se non ci fosse un domani?
Stati d’ansia, momenti grigi, problemi apparentemente insormontabili. Autolesionismo, quelle volte in cui non mi sentivo all’altezza.
Chi fuma o si droga sa di cosa sto parlando: si tratta di trovarsi un panino tra le fauci a mezzanotte e non sapere come c’è finito.
C’è stato un momento, tanti anni fa, in cui mi pentivo di quanta roba avevo infilato dentro, ed escogitavo il modo di farla uscire artificialmente.
Non è quella cosa” mi dicevo, “quella succede alle donne”.
Per fortuna è stato un brevissimo periodo che ho superato da solo.
Ne ho tratto due aspetti positivi.
Per prima cosa ho raccontato alle mie figlie che non importa voler fare la modella per finire intrappolati.
Inoltre mi ha insegnato che per superare le dipendenze (il cibo e il dito in gola lo sono), non servono spiegazioni ma alternative.

Ecco, lo sapevo.
Dopo 25 anni continuo ad andare fuori tema. Però, almeno, sono stato sincero.

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