lunedì 29 aprile 2013

La dieta degli eroi Bonelli



Anni fa scrissi un articolo tra il sacro e il profano, pubblicato nella prima incarnazione del sito "Ayaaaak.net". Sopra ho riportato la copertina dell'e-book scaricabile un tempo della quale ignoro l'autore (approfitto per ringraziarlo). Uno scritto perduto, diventato presto obsoleto, visti i contenuti. Non ricordo esattamente l'anno di uscita, sicuramente fu tra il 2003 e il 2005.

E' un divertissement che ripropongo senza aggiornarlo (ma con alcuni ritocchi), per questo ci saranno riferimenti all'epoca in cui l'ho preparato, quando alcune testate erano ancora presenti in edicola.

CIBO D'EROI
Marco Frosali


Una giusta alimentazione è alla base di una salute di ferro.
“Chi mangia sano (o chi beve birra) campa cent'anni”, “una mela al giorno leva il medico di torno”, ecc, ecc... I detti sul mangiar bene si sprecano e si perdono nel tempo.
Quanto sia importante per gli essere viventi alimentarsi correttamente lo conferma la medicina moderna, che identifica con una cattiva abitudine alimentare l'insorgere di una vasta gamma di patologie, anche gravi.

Quello che pochi sanno, è che anche gli eroi dei fumetti mangiano... e se mangiano!
Alcuni personaggi traggono la loro fortuna da cibi particolari.
Braccio di ferro gonfia i suoi muscoli (e quindi Bruto) divorando spinaci, Pippo diventa Super mangiando noccioline, Eta Beta si rifocilla con la Pnaftalina, Prezzemolo predilige la pizza alle fragole.

Ho scoperto che le pubblicazioni della Sergio Bonelli Editore, nascondono un inconfessabile segreto: l'alimentazione dei protagonisti è l'elemento determinante per la sopravvivenza in edicola!
Quella che segue è l'analisi delle varie tipologie alimentari di ogni protagonista (o gruppo di protagonisti) di testata, riferita a quelle pubblicazioni attualmente in edicola e a quelle che, apparentemente per altri e vari motivi, hanno chiuso.

Alla fine di questo trattato semiserio, starà agli addetti ai lavori collegare le vendite di testata all'alimentazione dei protagonisti ed eventualmente, prendere le dovute misure per il futuro.



Iniziamo parlando del più longevo di tutti: Tex.
Dal 1948, lui e i suoi pards, divorano bistecche alte tre dita e montagne di patatine, senza dimenticare la torta di mele.
Quattro "vecchi cammelli" che seguono una dieta simile, non possono che girare la boa dei 50 anni e doppiarla.
Il lato negativo di questa alimentazione è (oltre la gotta) li periodo di "decorso gastrointestinale": sembra che dopo le loro bisbocce, Tex e i suoi siano più facili da sorprendere, siano più sensibili agli schiaffoni e pecchino di buona mira. Ecco spiegato perché di tanto in tanto, i Nostri perdono la loro proverbiale abilità e cadono in tranelli o trappole.


Cosa dire di Zagor?
Non è certo grazie a Cico se la sua testata è ancora in vita; il messicano è un cattivo esempio di alimentazione: generalmente nel suo stomaco, l'aspetto quantitativo perde ogni significato. Qualsiasi dispensa incroci la strada del pancione, subisce danni irreversibili. Quello che salva Cico è la qualità del cibo: sano e genuino. Per fortuna c'è lo Spirito con la Scure a spostare il braccio della bilancia dalla sua.
Zagor (oltre a bere la sana birra “Hellingen”: puro doppio malto!) si ciba dei migliori prodotti della natura: bacche, radici frutta, Virginia, ecc... 



Arriviamo fino ai favolosi anni '50, incontrando Jerry Drake, Mister No. Un personaggio che nonostante ami farsi un goccio con gli amici e ogni tanto si immerga in una sana rissa, vive una vita a contatto con la natura, percorrendo in lungo e in largo la meravigliosa foresta Amazzonica (all'epoca rigogliosa e pulita).
A Manaus non si mangia certamente cibo cucinato da chef, ma si respira un'aria niente male. Purtroppo il vento trasporta un particolare tipo di polline, davvero allergenico: pallini di piombo.
La bilancia alimentare, però, pende negativamente se consideriamo le pene patite da Jerry nel corso della sua carriera militare. Mister No è presente in edicola da quasi trent'anni, se ha dei problemi di salute, ahimè, sono dovuti alle sue notti brave... e le donne, certo, quando ci sì mettono lo fanno proprio penare! 


Anni '80. Giungiamo al primo personaggio PC-dotato: Martin Mystere. Per lui si devono considerare particolari parametri: entra in gioco il benessere. Nonostante spenda la quasi totalità dei suo reddito in libri, reperti e il tagliando per la Ferrari, può certamente permettersi di acquistare i prodotti migliori e freschi.
Adesso poi ci pensa Diana a cucinare... e chi lo abbatte il BVZM?
L'unica raccomandazione è di stare attento all'alimentazione autoctona.
Paese che vai, usanza che trovi. Non sempre questo fa rima con qualità. E il BVZM ne gira di mondo. Meno male che c'è lo zio Pani!
Java probabilmente, ha un'alimentazione migliore. Nonostante abbia qualche migliaio di anni, è perfettamente integrato nel nostro tempo e ha spesso dato prova di essere molto più attento del "capo'' per quanto riguarda il "corpore sano".
L'unica preoccupazione deriva da quello che mangiava nel suo tempo... non oso pensarci! Piatto tipico: "due spaghi alla Sapiens". 



1982: primo intoppo alimentare.
Mr. Gil Moran non praticava una bella dieta. Oltre a respirare smog cittadino, mangiava i cibi tipici del consumismo e pasteggiava irregolarmente. Per non parlare della sua partecipazione alla guerra in Vietnam: un disastro fisico e psicologico. La sua chiusura era quasi inevitabile.


Dylan Dog.
Signori, qui non si sbaglia: Dylan è vegetariano, non fuma e fa molto sesso (eh, se Tex non avesse le bistecche!). Come può avere problemi?
Groucho... si cuocerà le braciole tra le “closure”? Certo è che, se mangia in proporzione allo stipendio che prende, povero lui! 


Nathan Never è un caso particolare. Nel futuro non esistono quasi più i prodotti della natura. I cibi rientrano tutti nella categoria "OGM" ma sono selezionati e sicuri. A tenerlo in salute è la particolare ricetta del Koronju e la pratica di alti marziali.
Ultimamente i troppi pensieri e lo stress, lo hanno portato a mangiare fugacemente.
Da quando frequenta quella Hadja, poi, non legge più come una volta e sembra avere abbandonato totalmente la vita sedentaria: ottimo!



Legs e May... basta guardarle: il ritratto della salute Possono mangiare tutto quello che vogliono, se questo è il risultato. La salute è un'altra cosa ma chi se ne frega?



Dampyriani all'ascolto, attenzione!
Quanto emerge dalle pagine di quel buon figlio dì un vampiro è sconcertante! Tra tutti e tre i protagonisti, solo Kurjak deve stare attento a quello che mette in bocca. Per quanto riguarda gli altri, è il resto del mondo a dover stare attento a non finire in bocca a Harlan e Tesla.
Dampyr non è immortale, ma invecchiando lentamente e beneficiando di certi poteri, può sicuramente permettersi qualche stravizio... che conosca lo zio Paul? 

 


Chissà quale fosse la dieta abituale di Gregory Hunter! Certo è che la sua testata era frequentata da ogni tipo di essere strano che si trovasse nell'universo. Se non avesse chiuso per le vendite, sarebbe certo morto di qualche malattia.

A chiusura di questo breve trattato alimentar-fumettistico, riporto una testimonianza profetica che condanna molti eroi dei comics ad una triste vecchiaia e una rapida fine:


"Se vòi star sano, osserva questa norma:

non mangiar senza voglia e cena lieve;

mastica bene e quel che in te riceve

sia ben cotto e di semplice firma.



Chi medicina piglia mal s'informa;

guariri dall'ira e fuggi l'aria greve:

su ritto sta, quando da mensa leve;

di mezzogiorno fa che tu non dorma.



El vin sia temprato, poco e spesso,

non for di pasto, né a stomaco voto;

non aspectar; ne indugiare il cesso:

se fai esercizio, sia di piccol moto.



Col ventre resurpino e col capo depresso

non star, e sta coperto ben di notte;

el capo ti posa, e tien la mente lieta;

fuggi lussuria e attienti alla dieta."

Leonardo Da Vinci: “Precetti Igienici” Trascritti da lui medesimo nel Codice Atlantico.


Note:

Per i non-lettori dì Zagor: Virginia è la giovane e avvenente nipote di un classico personaggio della serie: il Capitano Fishleg.
Per i non-lettori di Tex: Per contratto il mitico ranger, non ha avuto più nessuna storia d'amore con donne (né con uomini a dire il vero), dalla morte della bella pellerossa Lilith (madre di Kit Willer). Ma le ellissi narrative sono tante, si sa. Come è vero che gli eroi dei fumetti vanno anche in bagno (ma non lo danno a vedere, vero Leonardo?), possono fare anche altro... sta all'immaginazione e alla disponibilità del lettore decidere.
Per i non-lettori di Legs e/o Nathan Never: May è l'avvenente collega di Legs.
Per i non-lettori di Dampyr: Il sangue del protagonista è letale per i vampiri; Tesla è una vampira sua amica e coprotagonista della serie.
Per i non-lettori Bonelli. Come avete fatto ad arrivare fin qua? 
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Marco Frosali
N.B.: Vietata ogni riproduzione anche parziale senza la citazione del nome dell’autore.

domenica 21 aprile 2013

La morte solinga



Venne a trovarmi una sera d'inverno, che non me l'aspettavo.
Non ci si aspetta mai di aprire alla Morte.

Non suonò il campanello, le bastò pensare di voler entrare.
Non chiesi chi era, già lo sapevo.
Perchè non ero preoccupato?
Ogni pensiero terreno mi sembrò ininfluente davanti a un eterno.
Mi scostai per farla passare. Un passaggio che non lasciava odori.

Rimase alzata, statuaria, come se fosse lei in imbarazzato, mentre io dovetti sedermi per non cadere.

Confessò di aver ponderato a lungo su chi scegliere per essere aiutata ma di non avere la certezza che io lo potessi fare davvero... io, aiutare lei.
Quindi non era venuta per...

No.

L'avevano convinta a venire da me la mia storia, il mio vissuto. Perché mi trovato continuamente a ragionare sul significato della fine. Perché mi ero posto da sempre le domande sui massimi sistemi e avevo trovato risposte semplici, spicciole, umane.

Erano questi, secondo lei, i motivi che avevano messo me nella rosa dei prescelti.
Era già stata da altri ma non aveva risolto il suo dilemma.

Riuscii a mendicare chiarezza, in virtù della mia umanità.
Lei cominciò a spiegarsi, comunicando con pensieri che fiorivano nel mio cervello come licheni nella neve.

- Sono la personificazione che gli umani hanno dato al concetto di morte, sono eterna. Nel ruolo che rivesto mi aspetto di essere l'ultima entità esistente prima del nulla... 

Aveva ben chiaro che non potevo ancora capire, quindi proseguì nel suo soliloquio.

- E se non finisse per me? Se in attesa di qualcos'altro io fossi destinata a proseguire nella mia esistenza solitaria... per l'eternità?
Ti chiedo: esiste un altro concetto astratto che gli uomini hanno materializzato e capace di sopravvivermi? Esiste un rimedio alla solitudine eterna?

Cercava aiuto per il timore, prima o poi, di restare sola.
Fui stupito di questa mortale paura e anche arrabbiato: quanti uomini rimangono soli per la loro eternità?
Poi tornai in me.
Un'idea ce l'avevo.

La vita, la nascita.

Avrei dovuto mostrarle qualcosa ma non sapevo come ci saremmo mossi da lì.
Fu lei a risolvere il problema.
In un attimo cominciammo a passare attraverso la materializzazione dei miei pensieri.
Osservammo piccole creature appena nate, atti d'amore; assistemmo a intensi istanti di fecondazione... alla vita!

La mia compagna di viaggio non trovò soddisfazione.
La vita - diceva - prima o poi cesserà, mentre io sarò l'attesa della mia stessa fine, che non può avvenire... e quindi sarà un'attesa infinita.

Allora chiusi gli occhi e compresi quanto eravamo simili nelle nostre paure.
Ebbe inizio un viaggio nel dolore.

Vedemmo corsie d'ospedale in cui ospiti e visitatori si alternavano in uno scambio equo di sentimenti.
Campi di battaglia in cui il sangue rappreso lasciava spazio ai sopravvissuti.
Bambini con mani ossute mescolate a lacrime e mosche, tese verso un futuro a termine.
Radiazioni di luce che cercavano di sfondare ovuli di materia oscura ignorando l'inevitabile estinzione.
Attori di vita organica che si sforzavano di trovare un senso all'alchemico viaggio di cellule grigie che morivano tra scoppiettanti scambi elettrici.

Vedemmo nascere l'entità che accompagnava tutte quelle immagini, fino alla fine.

La trovammo. Trovammo chi le avrebbe fatto compagnia.
Avevamo cercato in un sentimento radicato nel senso stesso dell'esistenza, avversa alla fine, una scintilla che frena l'estinzione.

La Speranza.

Così banale, eterna.
Così sprezzante della Morte da diventarne amica comprensiva, unica amica.
Morte e Speranza moriranno insieme, mano nella mano, l'una il senso dell'altra.

Nel silenzioso saluto che accompagnò lontano la mia visitatrice, rimasi solo. Accovacciato nel luogo fisico della mia quotidianità a lacrimare per il primo ingresso che avevo avuto nell'estrema consapevolezza del significato di speranza.

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Marco Frosali
N.B.: Vietata ogni riproduzione anche parziale senza la citazione del nome dell’autore.

venerdì 5 aprile 2013

I Gigli sopra le macerie





Ormai ci sono così tante macerie in Italia.
Sembra che siano più tutelate le macerie delle persone.

Sabato 13 aprile a Pistoia, presso la biblioteca Sangiorgio alle 17.00, verrà presentato un libro scritto dalle voci sorte dalle macerie dell'Aquila, curato da Patrizia Tocci, una delle voci.

Per l'occasione il Gruppo Fotoamatori Pistoiesi allestirà una mostra fotografica, con scatti realizzati nella zona rossa dell'Aquila.
Contributi nella speranza che "zona rossa" rimanga scritto minuscolo, fino a sparire.

Sarà bello partecipare, perchè certe impressioni se non si ascoltano di persona, rischiano di perdersi.
Invece, qualche volta, i dolori devono essere condivisi altrimenti è impossibile  infondere coraggio.

Alcuni link per informarsi al meglio:

La pagina Facebook dedicata all'evento
Il blog della curatrice (aquilana) Patrizia Tocci.



martedì 2 aprile 2013

Terza guerra mondiale




In un futuro incommensurabilmente lontano, vivevano Ekbab e Abkok.
Nel senso che vivevano solo Ekbab e Abkok

Erano gli ultimi due esseri umani rimasti sulla faccia di una Terra devastata, ma in ripresa.

Dal momento in cui, secoli prima, la razza umana iniziò a diminuire vertiginosamente, la natura riprese lentamente possesso di ciò che non era artefatto, strafatto o anche solo abbozzato.
Un nuovo Eden, con alcune sottili differenze, che non è il caso di stare qui a ricordare.

Ekbab e Abkok avevano caratteri molto diversi.
Per non litigare continuamente abitavano lontani.

Decisero, tanto per, di incontrarsi una sola volta l'anno, per il disbrigo di una pratica istituzionale: la giornata mondiale per il ricordo dell'umanità.
Una ricorrenza che non c'era ancora e di cui avrebbero discusso in parlamento, proprio il giorno successivo.

Durante le sette votazioni per varare questa solennità, i rappresentanti dei due schieramenti rimasti (di cui Ekbab e Abkok erano gli unici e più illustri rappresentanti), ruppero i loro rapporti.

Dal loro seggio tentarono di formulare la proposta ma cominciarono a divergere d'opinione, finendo sull'annoso problema dell'eccessivo numero di rappresentanti al governo.

Due.

Come si potevano prendere decisioni importanti se non erano mai d'accordo?
La sessione di quel giorno prese una brutta piega. In seguito a due sfiducie, tre interrogazioni e una rissa, si accorsero entrambi che l'unica maniera di mantenere la faccia, era una dichiarazione di guerra.

Si sarebbero dati tempo due giorni, per organizzare gli armamenti.
Dal XX secolo la Terra non vedeva conflitti totali.
In effetti per raggiungere la teorica estinzione, non ce n'era stato bisogno.

Teorica solo finché Ekbab e Abkok fossero sopravvissuti.
Erano entrambi maschi e non c'era speranza di riproduzione.

Due giorni dopo ebbe inizio quella che la storia avrebbe ricordato come la "3° Guerra Mondiale", scritto maiuscolo.
Beh, in realtà la memoria di quello che stava per accadere, sarebbe stato appannaggio di: tre cani, sei gatti, un asino e una manciata d'insetti.
Per il resto, non se li sarebbe filati nessuno.

Ekbab e Abkok si presero a mazzate, tanto che la guerra ebbe fine prima di sera.
Ci fu una tregua ma prima che Ekbab, in netto vantaggio sull'avversario, potesse scrivere le condizioni di pace, Abkok schiattò letteralmente davanti ai suoi occhi.

Ekbab ci rimase proprio male.
Mica se lo aspettava.
Adesso era solo. Aveva vinto la guerra e avrebbe avuto la maggioranza di governo fino alla fine del suo mandato.

Dal giorno dopo sedette diligentemente sul suo seggio.
Vociava ostinatamente al vento le sue idee che venivano approvate da lui medesimo.

Ekbab volle costruire un monumento alla memoria del suo avversario.
Durante i lavori si accorse di non avere tutti i permessi.

Dopo una settimana di gabinetto, emise una pioggia di decreti, così da avere carta bianca per ogni decisione.

Ma... aveva appena dato vita a un regime totalitario a cui era fermamente ostile.
Secondo la costituzione avrebbe dovuto dichiarare guerra per scongiurare l'assolutismo.

Ekbab balzò in piedi, aprì la bocca e cominciò a sbattere le labbra come un pesce.

Dopo aver composto due o tre versetti incomprensibili piombò per terra e morì.

L'ultimo suo pensiero, oltre che essere impronunciabile tra persone perbene, fu un  manifesto alla libertà.
Un manifesto che nessuno avrebbe affisso da nessuna parte.

Da quel momento la Terra visse il periodo di pace più lungo della sua storia.  

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Marco Frosali
N.B.: Vietata ogni riproduzione anche parziale senza la citazione del nome dell’autore.