domenica 15 settembre 2013

Non dire Sganzisgatto...


Il logo della compagnia teatrale "Sganzisgatto"


Il genio, l'abilità e la competenza, quando si incontrano, compongono una sinfonia universale.
La compagnia teatrale Sganzisgatto è lo strumento che suona questa sinfonia.
Dopo tanti rinvii, sabato 14 Settembre 2013 sono finalmente riuscito a guardare il musical "Frankenstein Junior", tratto dall'omonimo film del 1974 diretto da Mel Brooks.

In occasione della "Nottissima" di Empoli, la compagnia si è esibita in uno dei luoghi più rappresentativi della città: Piazza Farinata degli Uberti (Piazza dei Leoni per gli empolesi).

Dopo una estenuante lotta per accaparrarsi una sedia, ti potevi accomodare e cominciare a renderti conto che quel palcoscenico, quel sipario, la band dal vivo che si preparava ad accompagnare gli attori erano elementi di prima qualità.

Inizia il musical.
Ti aspetti gente in gamba, certo, conoscevo alcuni di loro e sapevo che erano bravi.
Dopo qualche minuto ti rendi conto che qui si sfiora l'eccellenza.

Gli attori hanno una dizione, un'intonazione, una presenza scenica, una dimestichezza tale da fare invidia alle "stelle" che calpestano i grandi teatri nazionali (anche se il gruppo, ha già meritatamente calcato le scene di alcuni importanti teatri in giro per l'Italia).

La regia è eccellente.
Oltre all'abilità con cui il film è stato ridotto per trasformarlo in musical, c'è la competenza con cui tutti i fatti salienti del film che non sono recitati, possono essere compresi tra una voce fuori campo o una canzone, c'è una scenografia artistica che è incredibilmente funzionale, tridimensionale, che mescola il legno con l'immagine proiettata e una profondità che le luci accentuano.

Un corpo di ballo non invadente che oltre a far da comparsa è elemento portante dei cambi di scena o la ciliegina sulla torta dei climax, nelle varie scene.
Un piccolo manipolo di attori si adopera per spostare gli allestimenti appena le luci si spengono o a farlo al momento in cui l'attenzione del pubblico è attratta dalla parte opposta del palcoscenico.

Il "nostrano" Igor è riuscito a mantenere il controllo della situazione anche durante una bonaria "invasione di campo" di uno spettatore "socialmente scontento".

Dopo aver salutato i componenti che conoscevo, mi sono vergognato per non aver espresso a tutti gli altri il mio apprezzamento. Spero di aver rimediato con questo pezzo.



La locandina del musical elaborato dal film di Mel Brooks
Insomma...

Partendo dal presupposto che "Frankenstein Junior" è uno dei miei film preferiti, dal fatto che alcune scene sono diventati tormentoni familiari, che hanno contribuito a creare complicità con le mie figlie, che un film come questo è diventato un musical di una compagnia teatrale in cui militano due mitici compagni delle scuole medie... direi che non era possibile perdersi lo spettacolo che hanno offerto!

Conosco la compagnia Sganzisgatto da parecchio tempo anche se non avevo mai visto un loro spettacolo. Quando capitava l'occasione c'era sempre un impiccio che mi impediva di partecipare a un loro spettacolo.

Una curiosità.
Non sapevo dire il loro nome.

Sgan... Sgancing.... Zwanzig...stransig...

Pensavo che fosse uno di quegli accordi tra sillabe, come quando si deve snocciolare uno scioglilingua.
Invece mi sbagliavo.

Alla fine dello spettacolo mi sono alzato felice come un bambino e mi sono accorto che potevo dirlo.Cavolo, riuscivo a dire Sganzisgatto senza inciampare con la lingua!

Senza volerlo, la compagnia ha creato una di quelle parole che ogni tanto ti vengono in mente e ti danno allegria, come il "supercalifragilistichespiralidoso"di Mary Poppins o il "Ramaya" di Afric Simone.

Ho detto senza volerlo; già, perchè ieri ho scoperto anche un'altra cosa: l'origine del nome!

Scopritelo anche voi!

Adesso non vedo l'ora di assistere alla loro prossima "prima" che si terrà il 16 Dicembre al Teatro Excelsior  di Empoli.

Per conoscere meglio la compagnia:
Il sito internet
Il link alla pagine Facebook

365 Racconti di Natale

Copertina utilizzata per la scheda di prenotazione delle librerie e, forse, quella ufficiale.


Dopo la "365" sulla fine del mondo, la "365" storie d'amore, ho il grande piacere di essere presente con un racconto sulla prossima antologia della Delos Book: "365 racconti di Natale".

Quella che ormai è diventata una collana annuale (è alla 5° uscita), ha in catalogo altri due volumi usciti, oltre a quelli citati: la "365" racconti horror e la "365" racconti erotici.

Le caratteristiche sono le stesse: un racconto per ogni giorno dell'anno, scritto da un autore differente, di una lunghezza standard di 2000 battute.

Le selezioni per partecipare con un racconto sono ancora aperte: provateci, dai!

Che dire... Buon Natale!

giovedì 22 agosto 2013

Prova di Haiku






Morsi,
frutto a primavera
al sorgere del Sole.






__________________

Marco Frosali
N.B.: Vietata ogni riproduzione anche parziale senza la citazione del nome dell’autore.

martedì 30 luglio 2013

Fortezza delle Verrucole


Vista aerea della fortezza


Adoro la storia medioevale.
Quella europea, che va dalla caduta di Roma all'inizio della Guerra dei cento anni.
Sarà che ho capito davvero quanto del nostro presente dobbiamo a quel periodo, quanto quegli uomini ci assomigliavano, quanta potenzialità è stata espressa senza l'ausilio di tecnologia...

Ai tempi della scuola il Medioevo era un brutto periodo, da togliersi velocemente di torno; un fardello che divideva lo splendore romano dall'accecante Rinascimento.

Particolare della torretta da una feritoia


A me è sempre mancato un pezzo.

Ci facevano ricordare a memoria la data della caduta di Roma, spiegandoci che non è che, una mattina, la città eterna era caduta su sé stessa ma si trattava di una data convenzionale, come tante ce ne sono nella storia.

A quel punto cominciava un tornello di invasioni, scorribande, tentativi di ricostruzione, cantieri per innalzare castelli e cattedrali... qua e là apparivano come stelle cadenti personaggi epici, il cui destino, dispettoso, aveva posto troppo presto nella cronologia universale.

Poi le rapide della storia si fermavano e ci accorgevamo di essere riusciti a sopravvivere a invasioni e pestilenze per pura fortuna, affermando le nostre potenzialità nel fulgente periodo rinascimentale.

La polveriera



Da adulto ho avuto la fortuna di imbattermi in testi che aprivano nuovi spiragli su come andarono davvero le cose nell'età di mezzo.
Se gli uomini del Rinascimento hanno vissuto di passione, quelli medioevali hanno fatto il lavoro sporco.

Senza l'affermazione di principi filosofici e civili del passato che il medioevo ha tradotto, divulgato e ampliato, forse il Rinascimento non ci sarebbe stato.

Durante una breve vacanza in Garfagnana con la famiglia, ho avuto la fortuna di scegliere uno dei posti più incantevoli che abbia mai visitato.

Veduta longitudinale


La Fortezza delle Verrucole.

Non mi dilungherò a spiegarne la storia o la natura, perché in giro per la rete si trovano informazioni di ogni genere.
Voglio testimoniare l'emozione che ho provato nel rivivere alcune ore come se fossi davvero tornato indietro nel tempo.



A gestire la Fortezza ci sono due giovani che ci hanno accolto e illuminato su ogni curiosità. Sentirli parlare è stato un piacere.
Non ripetono la "lezione" di una normale guida turistica; esprimono passione in ogni spiegazione, arricchendola di aneddoti, storie, riferimenti.
Sono certo che ogni turista ha la fortuna di avere per sé un episodio o un racconto, che altri non hanno ascoltato.

Riproduzione di uno spaventapasseri


In questo ambiente stanno ricreando, con le sole loro forze, uno spaccato della vita del XIII secolo, arricchendo le nobili vestigia con elementi riprodotti fedelmente.
Dalle armi alle suppellettili, dalle piante ai lavori domestici, dall'orto al giardino, con le piante che caratterizzavano le colture di quel periodo: sembrava di essere tornati indietro nel tempo.

Coltivazione di erbe


Quella mattina siamo arrivati molto (troppo) presto. La cosa che mi ha colpito di più dei nostri due Ciceroni, è che si costernavano del fatto di non averci potuto accogliere in costume d'epoca.
Essendo gli unici due addetti al monumento, dovevano espletare, come ogni giorno, le funzioni dei padroni di casa, pulendo gli ambienti e curando gli elementi che lo compongono.

Parte della cucina


Loro non lo sanno ma questo fatto ha contribuito a calarci ancora di più nella storia di quel posto, facendoci sentire davvero ospiti di qualcosa di vivo e reale.

"Soggiorno" medievale


Spero di poterci tornare presto per assistere a spettacoli d'epoca o laboratori a tema.

Colori per la scrittura e il disegno


Insomma, questo posto rappresenta il primo "archeo-parco" storico in Italia ed ho l'onore di averlo visitato.

Panorama dalla sommità della Fortezza





Ecco alcuni link per saperne di più:

La pagina Facebook degli "Amici delle Verrucole"
Una pagina informativa
Altra pagina informativa
Un video su YouTube

domenica 26 maggio 2013

"Sberle" di saggezza - Api, addio.






Siamo gli unici esseri dell'universo.
Intendo: a far ridere così tanto.
E' incredibile come siamo bravi nell'arte dell'autodistruzione. Negli ultimi 70 anni abbiamo battuto ogni record in questo senso.

Oggi ho sentito parlare di un problema che conoscevo, in parte, da oltre dieci anni, perché mio padre è stato (anche) apicoltore.
Le api vengono distratte dalle onde magnetiche; le mandano in confusione.
Gli procurano le stesse difficoltà che potremmo avere noi, nel seguire la striscia di mezzeria dopo qualche Mojito.
Rimangono stordite e perdono la strada, finendo lontane dal loro alveare per sempre.

Un altro problema riguarda gli antiparassitari.
Le api (ma potremmo allargare il discorso a ogni altro insetto, lepidottero, ecc, ecc...) vengono uccise dall'uso indiscriminato di antiparassitari nicotinoidi che saranno anche studiati per non nuocere agli umani, ma per quegli esseri viventi, delicatissimi, sono letali.
Stiamo parlando di animali che sono determinanti all'impollinazione.
Una stima (gli crederò a meno di smentite) rivela che la razza umana potrebbe vivere per soli 5 anni dopo l'estinzione delle sole api, essenziali per l'ecosistema.

5 anni.

Dove ce lo mettiamo tutto il nostro progresso?

Le industrie che massimizzano i raccolti utilizzando questi metodi, dopo 5 anni cosa faranno, causa alle api?
Non riusciamo ad affrancarci dall'uso dei recenti ritrovati, pur sapendo che saranno la causa della nostra rovina.


Poveri figli nostri.


sabato 18 maggio 2013

Portfolio: Il segno di Zagor

Copertina del progetto


Ormai è mia consuetudine essere stupito dagli ideatori dei progetti che bollono sotto il marchio "SCLS".

Questa volta è uscito, sempre sotto "il segno di Zagor", un progetto diviso in due uscite.

Un portfolio composto da copie anastatiche di alta qualità delle tavole di tutti i disegnatori, che in 50 anni hanno contribuito alla serie dedicata all Spirito con la Scure.

A corollario delle tavole c'è un volume speciale di approfondimento, del Magazine "SCLS".

Le tavole originali mi hanno sempre affascinato. C'è appiccicato tutti il lavoro del disegnatore. C'è la realtà che la stampa nasconde.

Altre informazioni sono fornite, richiedendole alla mail del magazine, oppure nel forum "spiritoconlascure".

sabato 4 maggio 2013

I gatti lo sanno




Amìra divideva la sua vita insieme a un gatto nero.
Precedenti delusioni lo avevano fatto diventare il solo amico, l'unico contatto con il mondo oltre all'impiego.
Quando tornava dal lavoro, era suo diletto condividere quanto più tempo possibile con il felino, che ricambiava nel sublime modo che solo i gatti conoscono.
Talvolta si scambiavano carezze dandosi lievi testate. Lui rimaneva a occhi chiusi annegando tra le fusa e lei non riusciva a convincersi di smettere.

Una sola cosa metteva Amìra a disagio.

A tavola avevano i loro posti. Lei sedeva sulla sedia guardando il muro dove era appesa la TV, lui, su quella dalla parte opposta, sotto l'apparecchio. Talvolta passavano ore in quella condizione, lei guardava un programma, leggeva un libro, usava il computer.
Lui fissava un punto, alla destra della sua padrona, con gli occhi socchiusi e ogni tanto emetteva un impercettibile miagolio di stupore.


Aveva sentito narrare storie sui gatti.
Che sono sensitivi, che possono osservare cose a un livello invisibile per l'occhio umano.

Capitavano delle sere in cui Amìra si sentiva sola e domandava con una vocina stolta al suo micio, se per caso vedesse l'anima della sua povera nonna morta venti anni prima.
Il gatto proseguiva nel suo concerto ruffiano, senza curarsi di aver ricevuto una domanda.

Altre volte chiedeva se quella che vedeva al suo fianco era sua madre, morta cinque anni prima.
Quanto si sentiva sciocca. Allora lo abbracciava e si mettevano chiotti sul letto.

Un giorno Amìra capì che qualcosa non andava.
Rientrando in casa il Gatto non l'aveva ricevuta come di consueto. Era sdraiato sulla sedia, immobile sul suo cuscino. Nessuna fusa, nessun miagolìo. Solo un'occhiata di patetica agonia.

Lo depose nel gabbiotto e corse dal veterinario.

Una malattia improvvisa lo aveva invaso, rovinando i suoi organi.
Sarebbe morto in meno di una settimana. Troppo meno.

Tre giorni dopo, le medicine palliative non avevano più effetto. Il gatto si lamentava con lunghi e angosciosi miagolii.
Il medico confessò che non c'era più niente da fare, nemmeno per alleviargli le pene. Non restava che l'oblio dell'eutanasia.
Amìra ebbe una sola richiesta: voleva che si spegnesse lì, nel suo covo.

Comperò un pupazzo identico all'amico scomparso e se lo mise davanti, sulla sedia che gli era appartenuta, nella sua abituale posa sorniona.

In poco tempo si accorse che se non usciva di casa sarebbe impazzita.
Il totale silenzio del suo appartamento componeva un'angoscia infinita nel suo stomaco.
Si preparò e iniziò a frequantare posti.

Due settimane dopo cominciò a scambiare il suo tempo con un ragazzo, a regalargli i suoi pensieri. Un mese e i due convivevano.

La sera si scambiavano coccole.
Dopo ogni pasto il suo compagno le dava un bacio prima di alzarsi.
Quella sera si era perduta fissando il pupazzo del gatto.
Ebbe un sussulto quando il familiare schiocco la fece voltare verso l'uomo.

Seduto alla sua destra.

Sorrise combattuta tra emozione e incredulità... alla sua destra.
Forse i gatti possiedono davvero il dono di vedere qualcosa.
Forse non le persone passate... ma riescono a vedere quelle che ci accompagneranno, le persone future.

__________________

Marco Frosali
N.B.: Vietata ogni riproduzione anche parziale senza la citazione del nome dell’autore.

lunedì 29 aprile 2013

La dieta degli eroi Bonelli



Anni fa scrissi un articolo tra il sacro e il profano, pubblicato nella prima incarnazione del sito "Ayaaaak.net". Sopra ho riportato la copertina dell'e-book scaricabile un tempo della quale ignoro l'autore (approfitto per ringraziarlo). Uno scritto perduto, diventato presto obsoleto, visti i contenuti. Non ricordo esattamente l'anno di uscita, sicuramente fu tra il 2003 e il 2005.

E' un divertissement che ripropongo senza aggiornarlo (ma con alcuni ritocchi), per questo ci saranno riferimenti all'epoca in cui l'ho preparato, quando alcune testate erano ancora presenti in edicola.

CIBO D'EROI
Marco Frosali


Una giusta alimentazione è alla base di una salute di ferro.
“Chi mangia sano (o chi beve birra) campa cent'anni”, “una mela al giorno leva il medico di torno”, ecc, ecc... I detti sul mangiar bene si sprecano e si perdono nel tempo.
Quanto sia importante per gli essere viventi alimentarsi correttamente lo conferma la medicina moderna, che identifica con una cattiva abitudine alimentare l'insorgere di una vasta gamma di patologie, anche gravi.

Quello che pochi sanno, è che anche gli eroi dei fumetti mangiano... e se mangiano!
Alcuni personaggi traggono la loro fortuna da cibi particolari.
Braccio di ferro gonfia i suoi muscoli (e quindi Bruto) divorando spinaci, Pippo diventa Super mangiando noccioline, Eta Beta si rifocilla con la Pnaftalina, Prezzemolo predilige la pizza alle fragole.

Ho scoperto che le pubblicazioni della Sergio Bonelli Editore, nascondono un inconfessabile segreto: l'alimentazione dei protagonisti è l'elemento determinante per la sopravvivenza in edicola!
Quella che segue è l'analisi delle varie tipologie alimentari di ogni protagonista (o gruppo di protagonisti) di testata, riferita a quelle pubblicazioni attualmente in edicola e a quelle che, apparentemente per altri e vari motivi, hanno chiuso.

Alla fine di questo trattato semiserio, starà agli addetti ai lavori collegare le vendite di testata all'alimentazione dei protagonisti ed eventualmente, prendere le dovute misure per il futuro.



Iniziamo parlando del più longevo di tutti: Tex.
Dal 1948, lui e i suoi pards, divorano bistecche alte tre dita e montagne di patatine, senza dimenticare la torta di mele.
Quattro "vecchi cammelli" che seguono una dieta simile, non possono che girare la boa dei 50 anni e doppiarla.
Il lato negativo di questa alimentazione è (oltre la gotta) li periodo di "decorso gastrointestinale": sembra che dopo le loro bisbocce, Tex e i suoi siano più facili da sorprendere, siano più sensibili agli schiaffoni e pecchino di buona mira. Ecco spiegato perché di tanto in tanto, i Nostri perdono la loro proverbiale abilità e cadono in tranelli o trappole.


Cosa dire di Zagor?
Non è certo grazie a Cico se la sua testata è ancora in vita; il messicano è un cattivo esempio di alimentazione: generalmente nel suo stomaco, l'aspetto quantitativo perde ogni significato. Qualsiasi dispensa incroci la strada del pancione, subisce danni irreversibili. Quello che salva Cico è la qualità del cibo: sano e genuino. Per fortuna c'è lo Spirito con la Scure a spostare il braccio della bilancia dalla sua.
Zagor (oltre a bere la sana birra “Hellingen”: puro doppio malto!) si ciba dei migliori prodotti della natura: bacche, radici frutta, Virginia, ecc... 



Arriviamo fino ai favolosi anni '50, incontrando Jerry Drake, Mister No. Un personaggio che nonostante ami farsi un goccio con gli amici e ogni tanto si immerga in una sana rissa, vive una vita a contatto con la natura, percorrendo in lungo e in largo la meravigliosa foresta Amazzonica (all'epoca rigogliosa e pulita).
A Manaus non si mangia certamente cibo cucinato da chef, ma si respira un'aria niente male. Purtroppo il vento trasporta un particolare tipo di polline, davvero allergenico: pallini di piombo.
La bilancia alimentare, però, pende negativamente se consideriamo le pene patite da Jerry nel corso della sua carriera militare. Mister No è presente in edicola da quasi trent'anni, se ha dei problemi di salute, ahimè, sono dovuti alle sue notti brave... e le donne, certo, quando ci sì mettono lo fanno proprio penare! 


Anni '80. Giungiamo al primo personaggio PC-dotato: Martin Mystere. Per lui si devono considerare particolari parametri: entra in gioco il benessere. Nonostante spenda la quasi totalità dei suo reddito in libri, reperti e il tagliando per la Ferrari, può certamente permettersi di acquistare i prodotti migliori e freschi.
Adesso poi ci pensa Diana a cucinare... e chi lo abbatte il BVZM?
L'unica raccomandazione è di stare attento all'alimentazione autoctona.
Paese che vai, usanza che trovi. Non sempre questo fa rima con qualità. E il BVZM ne gira di mondo. Meno male che c'è lo zio Pani!
Java probabilmente, ha un'alimentazione migliore. Nonostante abbia qualche migliaio di anni, è perfettamente integrato nel nostro tempo e ha spesso dato prova di essere molto più attento del "capo'' per quanto riguarda il "corpore sano".
L'unica preoccupazione deriva da quello che mangiava nel suo tempo... non oso pensarci! Piatto tipico: "due spaghi alla Sapiens". 



1982: primo intoppo alimentare.
Mr. Gil Moran non praticava una bella dieta. Oltre a respirare smog cittadino, mangiava i cibi tipici del consumismo e pasteggiava irregolarmente. Per non parlare della sua partecipazione alla guerra in Vietnam: un disastro fisico e psicologico. La sua chiusura era quasi inevitabile.


Dylan Dog.
Signori, qui non si sbaglia: Dylan è vegetariano, non fuma e fa molto sesso (eh, se Tex non avesse le bistecche!). Come può avere problemi?
Groucho... si cuocerà le braciole tra le “closure”? Certo è che, se mangia in proporzione allo stipendio che prende, povero lui! 


Nathan Never è un caso particolare. Nel futuro non esistono quasi più i prodotti della natura. I cibi rientrano tutti nella categoria "OGM" ma sono selezionati e sicuri. A tenerlo in salute è la particolare ricetta del Koronju e la pratica di alti marziali.
Ultimamente i troppi pensieri e lo stress, lo hanno portato a mangiare fugacemente.
Da quando frequenta quella Hadja, poi, non legge più come una volta e sembra avere abbandonato totalmente la vita sedentaria: ottimo!



Legs e May... basta guardarle: il ritratto della salute Possono mangiare tutto quello che vogliono, se questo è il risultato. La salute è un'altra cosa ma chi se ne frega?



Dampyriani all'ascolto, attenzione!
Quanto emerge dalle pagine di quel buon figlio dì un vampiro è sconcertante! Tra tutti e tre i protagonisti, solo Kurjak deve stare attento a quello che mette in bocca. Per quanto riguarda gli altri, è il resto del mondo a dover stare attento a non finire in bocca a Harlan e Tesla.
Dampyr non è immortale, ma invecchiando lentamente e beneficiando di certi poteri, può sicuramente permettersi qualche stravizio... che conosca lo zio Paul? 

 


Chissà quale fosse la dieta abituale di Gregory Hunter! Certo è che la sua testata era frequentata da ogni tipo di essere strano che si trovasse nell'universo. Se non avesse chiuso per le vendite, sarebbe certo morto di qualche malattia.

A chiusura di questo breve trattato alimentar-fumettistico, riporto una testimonianza profetica che condanna molti eroi dei comics ad una triste vecchiaia e una rapida fine:


"Se vòi star sano, osserva questa norma:

non mangiar senza voglia e cena lieve;

mastica bene e quel che in te riceve

sia ben cotto e di semplice firma.



Chi medicina piglia mal s'informa;

guariri dall'ira e fuggi l'aria greve:

su ritto sta, quando da mensa leve;

di mezzogiorno fa che tu non dorma.



El vin sia temprato, poco e spesso,

non for di pasto, né a stomaco voto;

non aspectar; ne indugiare il cesso:

se fai esercizio, sia di piccol moto.



Col ventre resurpino e col capo depresso

non star, e sta coperto ben di notte;

el capo ti posa, e tien la mente lieta;

fuggi lussuria e attienti alla dieta."

Leonardo Da Vinci: “Precetti Igienici” Trascritti da lui medesimo nel Codice Atlantico.


Note:

Per i non-lettori dì Zagor: Virginia è la giovane e avvenente nipote di un classico personaggio della serie: il Capitano Fishleg.
Per i non-lettori di Tex: Per contratto il mitico ranger, non ha avuto più nessuna storia d'amore con donne (né con uomini a dire il vero), dalla morte della bella pellerossa Lilith (madre di Kit Willer). Ma le ellissi narrative sono tante, si sa. Come è vero che gli eroi dei fumetti vanno anche in bagno (ma non lo danno a vedere, vero Leonardo?), possono fare anche altro... sta all'immaginazione e alla disponibilità del lettore decidere.
Per i non-lettori di Legs e/o Nathan Never: May è l'avvenente collega di Legs.
Per i non-lettori di Dampyr: Il sangue del protagonista è letale per i vampiri; Tesla è una vampira sua amica e coprotagonista della serie.
Per i non-lettori Bonelli. Come avete fatto ad arrivare fin qua? 
__________________

Marco Frosali
N.B.: Vietata ogni riproduzione anche parziale senza la citazione del nome dell’autore.

domenica 21 aprile 2013

La morte solinga



Venne a trovarmi una sera d'inverno, che non me l'aspettavo.
Non ci si aspetta mai di aprire alla Morte.

Non suonò il campanello, le bastò pensare di voler entrare.
Non chiesi chi era, già lo sapevo.
Perchè non ero preoccupato?
Ogni pensiero terreno mi sembrò ininfluente davanti a un eterno.
Mi scostai per farla passare. Un passaggio che non lasciava odori.

Rimase alzata, statuaria, come se fosse lei in imbarazzato, mentre io dovetti sedermi per non cadere.

Confessò di aver ponderato a lungo su chi scegliere per essere aiutata ma di non avere la certezza che io lo potessi fare davvero... io, aiutare lei.
Quindi non era venuta per...

No.

L'avevano convinta a venire da me la mia storia, il mio vissuto. Perché mi trovato continuamente a ragionare sul significato della fine. Perché mi ero posto da sempre le domande sui massimi sistemi e avevo trovato risposte semplici, spicciole, umane.

Erano questi, secondo lei, i motivi che avevano messo me nella rosa dei prescelti.
Era già stata da altri ma non aveva risolto il suo dilemma.

Riuscii a mendicare chiarezza, in virtù della mia umanità.
Lei cominciò a spiegarsi, comunicando con pensieri che fiorivano nel mio cervello come licheni nella neve.

- Sono la personificazione che gli umani hanno dato al concetto di morte, sono eterna. Nel ruolo che rivesto mi aspetto di essere l'ultima entità esistente prima del nulla... 

Aveva ben chiaro che non potevo ancora capire, quindi proseguì nel suo soliloquio.

- E se non finisse per me? Se in attesa di qualcos'altro io fossi destinata a proseguire nella mia esistenza solitaria... per l'eternità?
Ti chiedo: esiste un altro concetto astratto che gli uomini hanno materializzato e capace di sopravvivermi? Esiste un rimedio alla solitudine eterna?

Cercava aiuto per il timore, prima o poi, di restare sola.
Fui stupito di questa mortale paura e anche arrabbiato: quanti uomini rimangono soli per la loro eternità?
Poi tornai in me.
Un'idea ce l'avevo.

La vita, la nascita.

Avrei dovuto mostrarle qualcosa ma non sapevo come ci saremmo mossi da lì.
Fu lei a risolvere il problema.
In un attimo cominciammo a passare attraverso la materializzazione dei miei pensieri.
Osservammo piccole creature appena nate, atti d'amore; assistemmo a intensi istanti di fecondazione... alla vita!

La mia compagna di viaggio non trovò soddisfazione.
La vita - diceva - prima o poi cesserà, mentre io sarò l'attesa della mia stessa fine, che non può avvenire... e quindi sarà un'attesa infinita.

Allora chiusi gli occhi e compresi quanto eravamo simili nelle nostre paure.
Ebbe inizio un viaggio nel dolore.

Vedemmo corsie d'ospedale in cui ospiti e visitatori si alternavano in uno scambio equo di sentimenti.
Campi di battaglia in cui il sangue rappreso lasciava spazio ai sopravvissuti.
Bambini con mani ossute mescolate a lacrime e mosche, tese verso un futuro a termine.
Radiazioni di luce che cercavano di sfondare ovuli di materia oscura ignorando l'inevitabile estinzione.
Attori di vita organica che si sforzavano di trovare un senso all'alchemico viaggio di cellule grigie che morivano tra scoppiettanti scambi elettrici.

Vedemmo nascere l'entità che accompagnava tutte quelle immagini, fino alla fine.

La trovammo. Trovammo chi le avrebbe fatto compagnia.
Avevamo cercato in un sentimento radicato nel senso stesso dell'esistenza, avversa alla fine, una scintilla che frena l'estinzione.

La Speranza.

Così banale, eterna.
Così sprezzante della Morte da diventarne amica comprensiva, unica amica.
Morte e Speranza moriranno insieme, mano nella mano, l'una il senso dell'altra.

Nel silenzioso saluto che accompagnò lontano la mia visitatrice, rimasi solo. Accovacciato nel luogo fisico della mia quotidianità a lacrimare per il primo ingresso che avevo avuto nell'estrema consapevolezza del significato di speranza.

__________________

Marco Frosali
N.B.: Vietata ogni riproduzione anche parziale senza la citazione del nome dell’autore.

venerdì 5 aprile 2013

I Gigli sopra le macerie





Ormai ci sono così tante macerie in Italia.
Sembra che siano più tutelate le macerie delle persone.

Sabato 13 aprile a Pistoia, presso la biblioteca Sangiorgio alle 17.00, verrà presentato un libro scritto dalle voci sorte dalle macerie dell'Aquila, curato da Patrizia Tocci, una delle voci.

Per l'occasione il Gruppo Fotoamatori Pistoiesi allestirà una mostra fotografica, con scatti realizzati nella zona rossa dell'Aquila.
Contributi nella speranza che "zona rossa" rimanga scritto minuscolo, fino a sparire.

Sarà bello partecipare, perchè certe impressioni se non si ascoltano di persona, rischiano di perdersi.
Invece, qualche volta, i dolori devono essere condivisi altrimenti è impossibile  infondere coraggio.

Alcuni link per informarsi al meglio:

La pagina Facebook dedicata all'evento
Il blog della curatrice (aquilana) Patrizia Tocci.



martedì 2 aprile 2013

Terza guerra mondiale




In un futuro incommensurabilmente lontano, vivevano Ekbab e Abkok.
Nel senso che vivevano solo Ekbab e Abkok

Erano gli ultimi due esseri umani rimasti sulla faccia di una Terra devastata, ma in ripresa.

Dal momento in cui, secoli prima, la razza umana iniziò a diminuire vertiginosamente, la natura riprese lentamente possesso di ciò che non era artefatto, strafatto o anche solo abbozzato.
Un nuovo Eden, con alcune sottili differenze, che non è il caso di stare qui a ricordare.

Ekbab e Abkok avevano caratteri molto diversi.
Per non litigare continuamente abitavano lontani.

Decisero, tanto per, di incontrarsi una sola volta l'anno, per il disbrigo di una pratica istituzionale: la giornata mondiale per il ricordo dell'umanità.
Una ricorrenza che non c'era ancora e di cui avrebbero discusso in parlamento, proprio il giorno successivo.

Durante le sette votazioni per varare questa solennità, i rappresentanti dei due schieramenti rimasti (di cui Ekbab e Abkok erano gli unici e più illustri rappresentanti), ruppero i loro rapporti.

Dal loro seggio tentarono di formulare la proposta ma cominciarono a divergere d'opinione, finendo sull'annoso problema dell'eccessivo numero di rappresentanti al governo.

Due.

Come si potevano prendere decisioni importanti se non erano mai d'accordo?
La sessione di quel giorno prese una brutta piega. In seguito a due sfiducie, tre interrogazioni e una rissa, si accorsero entrambi che l'unica maniera di mantenere la faccia, era una dichiarazione di guerra.

Si sarebbero dati tempo due giorni, per organizzare gli armamenti.
Dal XX secolo la Terra non vedeva conflitti totali.
In effetti per raggiungere la teorica estinzione, non ce n'era stato bisogno.

Teorica solo finché Ekbab e Abkok fossero sopravvissuti.
Erano entrambi maschi e non c'era speranza di riproduzione.

Due giorni dopo ebbe inizio quella che la storia avrebbe ricordato come la "3° Guerra Mondiale", scritto maiuscolo.
Beh, in realtà la memoria di quello che stava per accadere, sarebbe stato appannaggio di: tre cani, sei gatti, un asino e una manciata d'insetti.
Per il resto, non se li sarebbe filati nessuno.

Ekbab e Abkok si presero a mazzate, tanto che la guerra ebbe fine prima di sera.
Ci fu una tregua ma prima che Ekbab, in netto vantaggio sull'avversario, potesse scrivere le condizioni di pace, Abkok schiattò letteralmente davanti ai suoi occhi.

Ekbab ci rimase proprio male.
Mica se lo aspettava.
Adesso era solo. Aveva vinto la guerra e avrebbe avuto la maggioranza di governo fino alla fine del suo mandato.

Dal giorno dopo sedette diligentemente sul suo seggio.
Vociava ostinatamente al vento le sue idee che venivano approvate da lui medesimo.

Ekbab volle costruire un monumento alla memoria del suo avversario.
Durante i lavori si accorse di non avere tutti i permessi.

Dopo una settimana di gabinetto, emise una pioggia di decreti, così da avere carta bianca per ogni decisione.

Ma... aveva appena dato vita a un regime totalitario a cui era fermamente ostile.
Secondo la costituzione avrebbe dovuto dichiarare guerra per scongiurare l'assolutismo.

Ekbab balzò in piedi, aprì la bocca e cominciò a sbattere le labbra come un pesce.

Dopo aver composto due o tre versetti incomprensibili piombò per terra e morì.

L'ultimo suo pensiero, oltre che essere impronunciabile tra persone perbene, fu un  manifesto alla libertà.
Un manifesto che nessuno avrebbe affisso da nessuna parte.

Da quel momento la Terra visse il periodo di pace più lungo della sua storia.  

____________________

Marco Frosali
N.B.: Vietata ogni riproduzione anche parziale senza la citazione del nome dell’autore.

sabato 30 marzo 2013

Ragazza padre




Lo sapeva.
Non c'è dubbio. Non ho mai fatto niente per nascondermi e ho sempre vissuto fuori dalle mura, a testa alta.

Certo che lo sapeva, il bastardo.
Nella sua mente ero una fantasia da soddosfare; un feticcio da cui il comune senso del pudore distoglie lo sguardo, l'anomalia, la lesbica.

Sono sempre stata padrona di me stessa, non ho mai perso il controllo.
L'unica volta l'ho voluto io, tanti anni fa quando, ancora ragazze, la mia compagna scostava le vesti fissandomi negli occhi, quella sera d'autunno che bagnammo di vino il nostro bacio. 

Fino a quel momento l'unica persona ad avermi mai spogliato era stata mia madre.
Lo faceva cantandomi canzoni, lavando la mia pelle ingenua e cospargendomi di crema e coccole.

Ma quando, all'improvviso, qualcun altro prende il timone e comincia a farti disperdere, fino al naufragio....
Quando ti senti sbucciare i vestiti e poi la pelle e poi l'anima e poi... non capisci più niente.
Il mondo si scuote.
Intorno scorrono le immagini crepate di un film muto.
Poi i suoni cominciano a filtrare come urlati in una stanza vuota e buia.

Isoli i tuoi sensi, tentennando in balia degli eventi, nelle sporche mani di uno sconosciuto che guida una danza di morte, mentre sassi e foglie ti stropicciano la carne, confondendosi con il nemico, provocandoti lo stesso dolore. Lacerando, lacerando tutto.

Sento uscire da quella bocca oscena il suono accademico di una parola
che riveste la mia naturale esistenza e sulla quale lui ha sognato di piantare la sua bandiera.

Il cervello anestetizza il dolore con il sogno ma quando ritorni, trovi un oceano di spine che le onde spingono contro ogni pensiero.
Continuare a vivere è mettere un passo davanti all'altro sul filo di seta che è diventato il tuo mondo.
E capita che il gesto di un animale lasci un'impronta dentro

Ma non cadrò, perché dall'altro lato ci sei tu; non avrai un padre. Il tuo è un cavaliere dell'incubo.

Ti guardo guardarmi e sfioro l'idea di quanto grande sia la vita, se da una cosa così cattiva ne è nata una così bella.
Ti basterò io, con un fardello che la luce del tuo amore fatica a nascondere.
Ci sarò io per te, piccola ginestra.
Orgogliosamente, da sola, fino alla fine, sarò la tua mamma.
Per gli altri: ragazza padre; un'altra etichetta da cui non mi farò graffiare.


____________________

Marco Frosali
N.B.: Vietata ogni riproduzione anche parziale senza la citazione del nome dell’autore.

sabato 23 febbraio 2013

SCLS MAGAZINE n° 8

Copertina del n° 8 di SCLS Magazine (versione Gold)


E' già pronto e stampato il nuovo numero del magazine "Spirito con la Scure".
Come al solito, trasuda della passione dei suoi "compositori".
All'interno si alternano brevi saggi sul personaggio, il suo mondo o i suoi autori e articoli di approfondimento sul collezionismo, gli incontri con gli addetti ai lavori e le interviste.

Un albo che significa molto per noi lettori di Zagor, in quanto uno dei suoi lettori era l'indimenticabile Sergio ( Guido Nolitta) Bonelli in persona.

Questo è il link per avere informazioni.

giovedì 10 gennaio 2013

365 Storie d'amore



E' in uscita per le librerie (sul "Delos store" è già in vendita) la nuova antologia della "Delos Books", diretta da Franco Forte.

Dopo 365 racconti horror, 365 racconti erotici e 365 visioni sulla fine del mondo, questa volta è l'anno dell'amore. 365 autori raccontano secondo la propria sensibilità, un'esperienza da 2000 battiti di cuore.

Un racconto per ogni giorno del calendario.

Personalmente ho chiosato col sentimento il giorno 16 gennaio.

Condensare un concetto in 2000 battute è un bell'esperimento.
Grazie a Delos per questa ennesima opportunità.

domenica 6 gennaio 2013

Zoo&Zoy 02 - Sulla scienza...

 
 
 
Cliccare l'immagine per ingrandirla.
 
 
 
    

                                     Zoo&Zoy 01